Questo post nasce da una domanda apparentemente semplice, posta da un amico, una di quelle domande a cui si potrebbe tranquillamente rispondere con un sì o un no, ma che, se si ha la pazienza di approfondire un po’, nasconde una storia curiosa e sorprendente. E ha una morale, questo post, che vi rivelo subito per non tenervi sulle spine: nella vita, non date mai nulla per scontato. Nulla. Mai. Nemmeno ciò che credete di sapere da sempre.
Iniziamo dal principio (ma non certo da vicino): il pianeta Plutone. Tutti quelli della mia generazione, di fronte alla domanda che dà il titolo a questo post, rispondono tranquillamente “sì”, senza batter ciglio. Beh, certo, non tutti: in realtà la stragrande maggioranza risponderebbe “Ehhh???”, ma, tra tutti quelli che rispondono con cognizione di causa, la risposta prevalente sarà sicuramente quella affermativa. Perchè ce l’hanno insegnato a scuola, perchè lo diceva SuperQuark (mica Voyager…), perchè era scritto sull’enciclopedia (quella cartacea, che riempiva un intero scaffale della libreria di casa).
Bene, per tutti noi c’è una notizia sconvolgente, anche se non recentissima: il 24 agosto 2006, infatti, al termine di una lunga e tormentata votazione, l’Unione Astronomica Internazionale ha declassato Plutone da “pianeta” a “pianeta nano”. I motivi per farlo c’erano, ed erano tutti validi: Plutone è molto più piccolo degli altri pianeti (Eris, un altro pianeta nano scoperto nel 2005, è persino più grande), e pur ruotando intorno al Sole lo fa con un’orbita molto diversa da quella degli altri pianeti (una parte della quale lo porta addirittura più vicino al Sole di Nettuno).
Fin qui termina la spiegazione per i curiosi “livello base”, mentre per i curiosi di “livello avanzato” scatta subito un’ulteriore, legittima, domanda: ma allora come c’è finito, Plutone, in mezzo ai pianeti del sistema solare? Una spiegazione c’è, naturalmente, e non è affatto banale: Plutone fu scoperto nel 1930, infatti, a seguito di osservazioni basate sull’ipotesi che oltre Nettuno dovevano esserci altri pianeti. Lo studio della sua orbita, infatti, mostrava delle irregolarità (perturbazioni) che potevano essere spiegate con la presenza di un altro corpo celeste che esercitasse un’attrazione gravitazionale. D’altra parte, Nettuno stesso era stato scoperto proprio così nel 1846: si osservavano le anomalie nelle orbite dei pianeti conosciuti, si facevano dei calcoli e si puntava il telescopio verso il punto in cui doveva trovarsi qualcosa che spiegasse quelle anomalie. Anche con Plutone andò allo stesso modo: si puntarono i telescopi e apparve lui, all’incirca dove ci si aspettava di trovarlo. Il primo a vederlo fu Clyde W. Tombaugh, un astronomo statunitense dell’Illinois (ricordatevi questo particolare, ci tornerà utile tra poco).
Il problema è che, dopo l’entusiasmo iniziale, le osservazioni seguenti non diedero i risultati sperati: Plutone era troppo piccolo per spiegare le perturbazioni, e così ci si lanciò alla ricerca di un altro pianeta, il cosiddetto Planet X (X come mistero, ma anche come dieci in numerazione romana). Con una trovata così brillante e tanti scienziati al lavoro, chi avrebbe avuto il coraggio di fare marcia indietro?
Solo molti anni dopo, nel 1989, si scoprì la verità: la sonda Voyager 2, passando da quelle parti (si fa per dire), inviò dati molto dettagliati sulla massa di Nettuno che, semplicemente, rivelavano che la sua orbita è normale così com’è, senza bisogno di alcun pianeta esterno. In pratica, Plutone è diventato un pianeta solo perchè si trovava lì dove tutti stavano guardando, alla ricerca di qualcos’altro (seguendo calcoli sbagliati). La versione cosmica dell’“uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto”, insomma.
Pensate che la storia finisca qui? Vi sbagliate. Perchè dove la scienza e la matematica non arrivano, ci pensa l’uomo con la sua creatività a scrivere l’epilogo a sorpresa. Ricordate? Tutto sembrerebbe concludersi con la decisione del 2006: Plutone è “solo” un pianeta nano, non c’è niente da aggiungere. Nel 2009, invece, il Congresso dell’Illinois (lo Stato che aveva dato i natali allo scopritore di Plutone) sancisce per legge che “per Plutone sia ristabilito lo status di pianeta completo” e indica il 13 marzo come giorno della commemorazione della sua scoperta. Quindi, in conclusione, non solo Plutone è un pianeta (ma solo quando passa sopra i cieli dell’Illinois), ma è anche l’unico pianeta che festeggia il compleanno!
BONUS: Pluto, il cane di Topolino, prende il nome proprio dal pianeta Plutone. Infatti fu introdotto come personaggio proprio nel 1930, poco dopo la diffusione della notizia della scoperta.
Post divertentissimo e istruttivo. A proposito: nella mia collezione (digitale) di Topolino (italiana) che parte dal ’49, Pluto era già stato già ‘scoperto’ da tempo. E proprio vero che da noi le cose le veniamo a sapere sempre troppo tardi…
Grazie mille!