Year: 2010

La Privacy, questa sconosciuta..

Qualche giorno fa, facendo un giro su Facebook, mi sono imbattuto (abbastanza casualmente) nel messaggio che vedete in figura. Dico “casualmente” perchè il messaggio in questione non era notificato come nuovo messaggio, nè si trovava nella Posta in arrivo o simili.. Semplicemente era li’, senza recare disturbo agli utenti, per essere trovato solo da quelli interessati alle modifiche della Politica di Gestione della Privacy di Facebook. Sarebbe bello avere la stessa discrezione quando uno dei servizi a cui siamo iscritti ha qualche proposta commerciale per noi! E soprattutto sarebbe bello non scoprire che potevamo commentare le modifiche fino a due giorni prima.. 😀 Ad ogni modo, colgo l’occasione per fare qualche osservazione sulla gestione della nostra privacy su internet, che non fa mai male…

I principali servizi online di condivisione (Facebook innanzitutto, ma anche Google, youTube, Flickr ed altri) hanno dovuto affrontare con molta serietà l’argomento, grazie alla crescente attenzione da parte degli utenti più accorti e dei governi verso il rispetto della privacy dei cittadini. Certo, non sarebbe male se i governi stessi cercassero di applicare gli stessi principi, ad esempio quando devono installare i costosi, invasivi, imbarazzanti ed imperfetti body scanner negli aeroporti… Anche Google, che da anni cerca insistentemente di entrare nell’unico segmento web che non domina (con servizi quali Orkut, Wave e Buzz), ha recentemente sottoposto agli utenti di Buzz una schermata in cui chiedeva di accettare esplicitamente le liste degli utenti che seguono i nostri aggiornamenti.

Il problema principale, comunque, resta quello della consapevolezza degli utenti nell’uso dei Social Network, e pià in generale di Internet. Non c’e’ niente di male nell’uso della Rete per la condivisione di notizie, foto, messaggi e quant’altro, neanche quando questi contenuti rivelano qualcosa di noi stessi (come la pensiamo politicamente, dove lavoriamo, dove siamo stati in vacanza, eccetera…). Il problema sta nella condivisione inconsapevole di informazioni, e soprattutto nella mancata consapevolezza di chi potrà accedere a tali informazioni. Che Facebook sappia tutto di noi, e che usi le nostre informazioni per mandarci la pubblicità indirizzata a quelli come noi non è certo un segreto, altrimenti non si spiegherebbe come una società di quelle dimensioni possa mantenere tali servizi gratuiti e fatturare ugualmente miliardi di dollari ogni anno! Ma ci sono innumerevoli casi in cui l’uso sbagliato di Internet ha causato problemi vari (dal semplice imbarazzo fino a cose serie, come il licenziamento o il divorzio..) ad utenti incauti che condividevano delle informazioni riservate con qualche amico, rivelandole però anche a qualcuno che quelle informazioni non avrebbe dovuto averle.. E’ stupefacente la mole di informazioni che si possono trarre da ciò che condividiamo su Internet. Ad esempio, il sito provocatorio PleaseRobMe (“Per favore, derubatemi”) pubblica i dati di tutti coloro che hanno messo il proprio indirizzo su internet ed hanno appena twittato la frase “Leaving Home” (“Sto uscendo di casa”). Nient’altro che il classico pedinamento, adottato dai topi d’appartamento sin dall’alba dei tempi, ma reso piu’ semplice dalle tecnologie moderne e dalla condivisione inconsapevole delle informazioni sul Web. Curioso anche il caso della ragazza che ha inviato una propria foto su un sito dove gli utenti si immortalano in pose sexy col telefonino. Niente di scandaloso, tanto più che la ragazza in questione aveva avuto l’accortezza di coprirsi il volto.. Peccato che non avesse adottato la stessa accortezza nel disabilitare il GPS del proprio telefonino: l’analisi delle proprietà del file inviato (i cosiddetti dati EXIF della foto) rivelavano agli interessati la posizione esatta della casa della signorina..

Morale della favola: condividete pure tutto sui Social Network, ma almeno siate consapevoli di tutto ciò che condividete e di tutti quelli con cui lo state condividendo!

Come si scrive un blog?

Rieccomi qui, dopo un po’ (troppo).. E’ che in questi giorni, mi sono dedicato a completare le pagine del mio sito (lo avete visto? che ve ne pare?). Ora, sicuramente, il mio obiettivo sara’ quello di inserire su questo blog un po’ di contenuti.. notizie, idee, pensieri, riflessioni. Ma cominciamo dall’inizio: quale dovrebbe essere l’approccio corretto alla scrittura di un blog? Cosa ci si dovrebbe scrivere e cosa no? Quanto devono essere lunghi i post, e con quale frequenza vanno scritti? Come alcuni di voi sapranno, questo mio blog raccoglie l’eredità di Valencia e dintorni, il mio primo diario su Internet, e da quella esperienza ho sicuramente imparato qualcosa… Vediamo un po’ se riesco a condividere questa mia esperienza di blogger col resto del mondo 😉
Innanzitutto, la lunghezza dei post: un blog non e’ un giornale, e la pazienza dei lettori computerizzati e’ notoriamente inferiore a quella dei lettori cartacei! Un pratico espediente, che solo ora sto iniziando ad usare (forse, anche ad abusare) e’ quello di dividere i post in due parti: un sommario, da mostrare in home page, ed il resto dell’articolo da accedere tramite un apposito link (per la serie: “continua a leggere solo se sei interessato”).
Secondo punto: la formattazione: bisogna evitare assolutamente il “testo piano”, usare il grassetto ed il corsivo per evidenziare i concetti, servirsi il piu’ possibile di link per fonti ed approfondimenti.. L’occhio del lettore si muove velocemente sulla pagina web: spesso un articolo, prima di essere letto, viene “sfogliato” con una rapida occhiata (in cui il lettore si chiede: ho il tempo di leggerlo tutto? posso leggere direttamente l’informazione che mi serve, saltando il resto?). Anche per questo motivo, e’ molto importante che il post sia corredato da oggetti multimediali: se non video (che succhiano la banda e richiedono tempo per essere visti), almeno immagini: ogni post dovrebbe avere un’immagine esplicativa in testa, che per il lettore e’ importante quanto il titolo del post stesso!
Per quanto riguarda i contenuti, l’ideale sarebbe avere un tema, un filo conduttore che unisca tutti i post in modo coerente: solo cosi’ il lettore occasionale sarà invogliato a leggere qualcos’altro oltre a quello che Google, o un link da un altro sito, gli ha suggerito. Questo filo conduttore puo’ essere qualsiasi cosa: per un lungo periodo, ho scritto i miei post su Valencia e dintorni in due lingue: italiano e spagnolo, e questo ha portato (devo dire in maniera inaspettata) alcuni studenti di spagnolo a leggerli 🙂 A proposito di forma e contenuto, poi, chi è capace di scrivere in buono stile ha un’arma in piu’ dalla propria parte: puo’ catturare il lettore con le proprie capacità affabulatorie.

Ultimo punto (ma ce ne sarebbero anche altri..): la frequenza dei post. Anche il blog e’, a suo modo, un “periodico”, e chi lo legge (il “consumatore” di informazioni) ha bisogno di una certa regolarità nella “fornitura” di queste informazioni! Il post “in vigore” (l’ultimo scritto dall’autore), deve restare in cima all’elenco per il tempo sufficiente affinchè chi occasionalemente visita il blog lo legga; ma se il lettore occasionale trova sempre lo stesso post in cima al blog, egli sarà inconsciamente indotto a visitare il blog con minor frequenza! Il problema e’ meno grave se il lettore usa un lettore di feed (un programma che ti avvisa automaticamente quando vengono pubblicate delle novità su una pagina web di interesse), ma anche in questo caso la sindrome del “niente di nuovo sul fronte occidentale” potrebbe dare una deleteria idea di abbandono al blog. Se dovessi suggerire una regola generale, direi che un paio di post a settimana vanno benissimo!
Ora che ho scoperto le mie carte, vediamo un po’ se io stesso riesco a rispettare queste mie semplici regole (anche se gia’ questo post ne elude qualcuna..). Alla prossima!

A Dutiful Mind???

Rieccomi, come promesso, a scrivere su questo blog due parole riguardo al titolo.. “A Dutiful Mind”. Si nota facilmente che è un gioco di parole sul titolo del film “A Beautiful Mind” (un bel film di qualche anno fa, sul matematico John Nash). In quel caso, la storia trattava di un genio paranoico, un personaggio continuamente in bilico tra intuizioni brillanti e follia alienante.
Io, fortunatamente, non aspiro nè alle une nè all’altra 🙂 Questo blog dovrebbe rappresentare sul web i pensieri di una mente che, più che “beautiful”, sia “dutiful”: ovvero, desiderosa di compiere il proprio dovere. Il dovere della mia mente (e in generale di tutte le menti) è quello di ragionare su ciò che la circonda, di raccogliere voci, suoni, immagini, fatti, rielabolarli ed analizzarli, e generare le proprie impressioni originali, la propria sintesi, nel migliore dei casi le proprie idee. E’ proprio quello che cercherò di fare su queste pagine: raccoglierò qui le notizie e le osservazioni più interessanti che troverò (in giro per il mondo, o in Rete) e le rielaborerò cercando di farne degli spunti di riflessione e degli stimoli per i miei (sempre pochi..) lettori. Speriamo di riuscirci! Alla prossima..

Benvenuti!

Ciao a tutti i miei lettori (per il momento, credo che siano piu’ o meno zero…)! Questo e’ il primo post sul mio nuovo blog, che come di consueto e’ un post di benvenuto a tutti quelli che leggeranno.. in realta’, solo ai primi, visto che non avrò l’accortezza che ha avuto quel tizio che ha datato il primo post del suo blog 1 gennaio 3000 (in modo da farlo apparire sempre in cima agli altri..). Da parte mia, spero di aggiungere presto un bel po’ di contenuti per far dimenticare questo messaggio iniziale..: recensioni, racconti, storie e storielle, curiosita’, novita’, dritte, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta! Eh già: avete capito benissimo: l’accozzaglia di cose che ho appena scritto serve solo a nascondere il fatto che non ho ancora idea di cosa andro’ a scrivere su questo blog.. Per ora, so solo che dev’essere qualcosa di personale che possa destare l’interesse di qualcuno che gironzola per la Rete.. Innanzitutto, mi propongo di dare al più presto una spiegazione plausibile per il titolo del blog: A Dutiful Mind. Alla prossima, quindi!

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